

Umberto Pilla
Sabato, 16 Febbraio 2019 13:52
Uso Dei Camini Plastici
Il recepimento a livello nazionale della direttiva europea 2005/32/CE ha portato, a partire dal settembre 2015, i fabbricanti di caldaie a non poter più produrre caldaie di tipo C convenzionali, ma solamente apparecchi di tipo C a condensazione.
A tal proposito, il fatto che il mercato si sia spostato prevalentemente su apparecchi a condensazione crea un aumento di diffusione, nonché possibilità di utilizzo dei sistemi plastici per scarico fumi. Ovviamente il prodotto plastico utilizzato per scarico dei fumi deve comunque sempre essere marcato CE e rispondente alla norma di prodotto UNI EN 14471
I sistemi plastici diventano perciò un’interessante soluzione per l’evacuazione dei prodotti della combustione, di apparecchi alimentati a gas metano a condensazione, ma è opportuno ricordare che, non sono l’unica alternativa ammessa per questo tipo di applicazione. Le specifiche normative relative all’installazione di impianti a gas di potenza inferiore ai 35 kW (UNI 7129/15) e di potenza superiore ai 35 kW(UNI 11528/14) ammettono entrambe l’utilizzo dei sistemi plastici e al contempo, definiscono i requisiti minimi che deve avere un eventuale camino realizzato in acciaio inox. Non è quindi definita in alcuna normativa specifica, l’obbligatorietà dell’utilizzo dei sistemi plastici per la realizzazione di canne fumarie/condotti per intubamento/canali da fumo, a servizio di generatori a condensazione.
REQUISITI MINIMI CAMINI PER CALDAIE A CONDENSAZIONE
Classe di resistenza alla temperatura: | Sistemi plastici | min T120 |
Acciaio inox | min T140 |
Il sistema metallico è in grado di far fronte ad eventuali aumenti imprevisti di temperatura in quanto incombustibile
Classe di pressione: | Sistemi plastici | P1 o H1 |
Acciaio inox | P1 o H1 |
La classe di pressione deve essere scelta in base alla prevalenza residua di evacuazione fumi del generatore se <200 pa="" utilizzare="" sistema="" p1="" se="" prevalenza="">200 Pa utilizzare sistema H1
Resistenza a umido | Sistemi plastici | W |
Acciaio inox | W |
Nei tratti sub-orizzontali va comunque sempre assicurata pendenza ascendente verso il camino di almeno 3°, al fine di evitare ristagno che risulterebbe essere comunque potenzialmente problematico in entrambi i casi per le giunzioni degli elementi.
Durabilità (corrosione) | Sistemi plastici | 1 |
Acciaio inox | V1 |
I sistemi plastici sono leggermente più resistenti al carico corrosivo in caso di eventuali ristagni di condensa, che devono comunque essere evitati. I sistemi plastici sono comunque maggiormente soggetti al fenomeno di invecchiamento che non si verifica in caso di camini in acciaio inox
Classe di posizione | Sistemi plastici | LE (per installazione esterna) |
Acciaio inox | Non necessario |
I sistemi plastici cristallizzano se esposti direttamente ai raggi UV e non protetti. Possono essere installati esternamente a diretta esposizione degli agenti atmosferici solo in caso siano protetti mediante rivestimento o dichiarati idonei dal fabbricante a tale scopo.
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Impianto Fumario
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Venerdì, 22 Maggio 2015 16:53
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Domenica, 29 Dicembre 2013 09:09
Scarico a Parete? G.B.D. ha risolto il problema
La Nuova legge 90 del 3 agosto rende obbligatorio lo scarico a tetto.
La legge 90 del 3 agosto 2013 ha confermato l'obbligo di scaricare a tetto, in via generale, esteso a tutte le tipologie di edifici, anche, ad esempio, a villette unifamiliari (non solo più quindi agli "edifici costituiti da più unità immobiliari").
Prima, si poteva scaricare a parete se s'installava una caldaia a condensazione; ora, sono indicati tre casi specifici in cui è possibile scaricare a parete, rispettivamente:
1 se si va a sostituire l'impianto con uno già esistente prima del 1 settembre 2013 che già scaricasse a parete o fosse allacciato a canna collettiva ramificata;
2 se lo scarico a tetto risulta incompatibile con norme di tutela degli edifici;
3 se si dimostra, con un'asseverazione del progettista, che è impossibile tecnicamente realizzare uno sbocco a tetto, lo scarico a parete, ammesso solo per i casi in deroga, è previsto purché gli impianti siano di classe 4 e 5 nel rispetto delle norme UNI EN 297, UNI EN 483 e UNI EN 15502 e delle prescrizioni della UNI 7129 (posizionamento dei terminali di tiraggio, distanze da balconi e finestre, aperture di aerazione/ventilazione) che è talmente restrittivo da rendere praticamente rarissima questa possibilità.
GBD Propone una specifica gamma di prodotti che rende sempre possibile lo scarico a tetto anche nei casi più difficili in quanto, unico nel mercato, ha un ingombro estremamente ridotto, solo 8 mm di coibentazione a camera d'aria.
L'effetto sulla parete di un edificio è lo stesso che si crea con l'installazione di un pluviale di scarico acque piovane.
Questo sistema si chiama UNIPLUS CA, DOPPIA PARETE A CAMERA D'ARIA della G.B.D. ed è disponibile con parete esterna inox satinato, colore rame martellato e ramata con metallo di rame.
Per maggiori chiarimenti sulla materia visitate il sito www.scaricoaparete.it
E nei rari casi consentiti? NON SCARICATE COMUNQUE A PARETE, ecco cinque validi motivi:
1) Lo Scarico a Parete danneggia la qualità della vita
Lo scarico dei fumi degli apparecchi di combustione, espulso sulle pareti delle abitazioni crea enormi problemi di coesistenza tra le persone negli edifici plurifamiliari, ma anche nelle abitazioni singole indipendenti. I prodotti della combustione contengono biossido e ossido di azoto, l'ossido carbonico, il biossido carbonico o anidride carbonica e polveri sottili così da poter certamente affermare che influiscono in modo negativo anche alla sicurezza ed alla salute delle persone. I casi di segnalazioni di problemi derivanti da scarico a parete segnalati alle ASL territoriali sono stati talmente frequenti che si è sovrapposto anche un virtuoso problema di cause tra vicini di casa innescato dall'apparente fastidio (in realtà ben peggio), arrecato dai pennacchi di fumo che si dirigono verso l'altrui porta, finestra, presa d'aria, ventilazione, abbaino. Non ultimi i casi in crescita verticale di allergia e difficoltà asmatiche certamente in contrasto con uno scarico fumi in faccia alle ignare persone.
2) Formazione di un visibile e fastidioso pennacchio di vapore allo sbocco
Proviamo ad immaginarci un palazzo di sette piani dove tutti scaricano i fumi sulle pareti ed il disagio di chi non potrà praticamente mai aprire la finestra per areare i locali, o di una persona anziana, o di un bambino che gioca all'aria aperta (apparentemente aperta), sotto questa "doccia mix insalubre". I fumi o più correttamente chiamati PDC prodotti della combustione, vanno scaricati sempre sulla copertura dell'edificio al di fuori della zona di reflusso in modo che possano disperdersi nel migliore dei modi in atmosfera.
3) Formazione di ghiaccio allo sbocco ed al suolo
Il vapore d'acqua evacuato al contatto con l'atmosfera fredda della stagione invernale, condensa e se le temperatura è al di sotto dello "zero", congela, creando dei veri e propri "candelotti di ghiaccio" molto pericolosi per la loro eventuale caduta verso il suolo
4) Polveri sottili PM 10
Il PM10 è presente in natura, ma è generato anche e soprattutto a seguito di attività dell'uomo, ed in particolare dai processi di combustione.
Il problema di queste polveri sottili è dovuto alla loro dimensione, a mano a mano che le loro dimensioni si riducono, aumenta la pericolosità per l'essere umano, dato che non precipitano al suolo e restano volatili e non riescono nemmeno ad essere "filtrate" dal nostro apparato respiratorio, entrando quindi nell'organismo umano attraverso i polmoni. Viene riconosciuto che le polveri sottili sono causa di affezioni cardio-respiratorie, asma e riduzione delle funzionalità polmonari.
Da una ricerca del CNR emerge che le caldaie funzionanti a gas metano ad uso domestico, anche con funzionamento premiscelato, producono un quantità di polveri sottili di dimensioni tra 1 μm e 10μm che non è assolutamente trascurabile.
5) Distaccamento dell'intonaco
Il vapore d'acqua contenuto nei fumi condensa sulla parete dell'edificio e causa il distaccamento dell'intonaco per corrosione o congelamento.
OBBLIGO DI SCARICO A TETTO 4 agosto 2013 – Legge 90/2013
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Lunedì, 25 Febbraio 2013 14:00
Capitolati
Indice della Pagina
- COME REALIZZARE UN CAPITOLATO PER CAMINI E CANNE FUMARIE
- TABELLA DEI PARAMETRI PREVISTI
- SOLLECITAZIONE ALLA TEMPERATURA
- TENUTA ALLA PRESSIONE
- RESISTENZA ALL'INCENDIO INCOMBUSTI
- RESISTENZA ALLA CONDENSA
- RESISTENZA ALLA CORROSIONE
- RESISTENZA TERMICA
- TRASMISSIONE DEL CALORE A MATERIALI COMBUSTIBILI
- CLASSE DI POSIZIONAMENTO
- EVENTUALE CONTROCANNA
- FORMULAZIONE DEI CAPITOLATI
COME REALIZZARE UN CAPITOLATO PER CAMINI E CANNE FUMARIE
I capitolati per i sistemi di scarico dei prodotti della combustione, sono spesso redatti, nell'ambito delle loro specifiche, puntualizzando quanto le normative vigenti richiedevano nella parte relativa a camini e canne fumarie in modo approssimativo ed estremamente generico. Oggi paradossalmente ritroviamo dei capitolati contenenti riferimenti relativi a leggi pubblicate nel 1966 che nulla hanno a che fare con la tecnologia attualmente raggiunta dai generatori di calore. Conseguentemente assistiamo ad una sempre più frequente casistica di problematiche legate alla errata definizione degli standard come la resistenza alla pressione, all'umidità, alla corrosione, etc.
La definizione di alcune importanti norme europee ha però completamente ridefinito gli standards che devono essere specificati nella stesura dei capitolati da parte del progettista termoidraulico.In particolare, la materia è così regolamentata:
EN 1443 (camini - requisiti generali) riporta le specifiche per la classificazione dei camini a carattere generale;
EN 1856/1 (camini - prescrizioni per camini metallici - sistemi camino) che riporta le caratteristiche specifiche per la marcatura CE principalmente rivolte ai sistemi camino tra cui i sistemi doppia parete;
EN 1586/2 (camini - prescrizioni per camini metallici - Parte 2:Canne Fumarie metalliche e tubazioni di connessione)
e canali da fumo che riporta le caratteristiche specifiche per la marcatura CE principalmente rivolte ai sistemi monoparete ed ai canali da fumo. l
TABELLA DEI PARAMETRI PREVISTI
Di seguito i parametri previsti in generale dalla UNI EN 1443
Designazione | Descrizione |
T | Classe di temperatura (T80-T100-T120-T140-T160-T200-T250-T300-T400-T450-T600) |
N-P-H | Classe di pressione (N1-N2-P1-P2-H1-H2) |
O-G | Classe di resistenza all'incendio della fuliggine (S-G) |
D-W | Classe di resistenza alla condensa (D-W) |
V1-V2-V3 | Classe di resistenza alla corrosione (V1-V2-V3) |
R | Classe di resistenza termica (espressa in m2K/W moltiplicata per 100) |
C | Distanza minima da materiali combustibili (mm) |
I-E-B | Classe di posizionamento (I-E-B) |
N-O-C | Controcanna (N-O-C) |
L50 | Tipo di Liner (lamiera utilizzata per la realizzazione acciaio inox AISI 316 L/Ti) |
0XX | Spessore del Liner (lamiera utilizzata per la realizzazione) espresso in mm/100 |
SOLLECITAZIONE ALLA TEMPERATURA
I sistemi di scarico dei prodotti della combustione devono mantenere le proprie caratteristiche prestazionali anche se continuamente sottoposti alle sollecitazioni termiche dell'apparecchio di combustione. La seguente tabella indica la corrispondenza tra la classe di temperatura utilizzabile normalmente e la temperatura del gas di prova utilizzato per la determinazione sperimentale:
Classe di Temperatura | Temperatura di lavoro[°C] | Temperatura a cui è stata eseguita la prova[°C] |
T080 | T minore o uguale di 80 | 100 |
T100 | T maggiore di 80 e minore o uguale a 100 | 120 |
T120 | T maggiore di 100 e minore o uguale a 120 | 150 |
T140 | T maggiore di 120 e minore o uguale a 140 | 170 |
T160 | T maggiore di 140 e minore o uguale a 160 | 190 |
T200 | T maggiore di 160 e minore o uguale a 200 | 250 |
T250 | T maggiore di 200 e minore o uguale a 250 | 300 |
T300 | T maggiore di 250 e minore o uguale a 300 | 350 |
T400 | T maggiore di 300 e minore o uguale a 400 | 500 |
T450 | T maggiore di 400 e minore o uguale a 450 | 550 |
T600 | T maggiore di 450 e minore o uguale a 600 | 700 |
TENUTA ALLA PRESSIONE
Il rischio da contatto umano deve essere scongiurato alla temperatura di funzionamentoAl fine di evitare rischi da contatto umano, la temperatura massima superficiale di un sistema di scarico dei prodotti della combustione non deve superare i valori sottoindicati alla rispettiva classe T di temperatura di funzionamento prevista.
Materiale della parete esterna | Massimi Valori di temperatura (riferiti ad una temperatura ambiente di 20°C)[°C] |
Acciaio nudo | 70 |
Acciaio verniciato | 80 |
Acciaio smaltato | 86 |
Acciao ricoperto da materiale plastico | 90 |
RESISTENZA ALL'INCENDIO INCOMBUSTI
Sezione longitudinale dalla quale è visibile un sistema di tenuta con guarnizione a triplo labbro (sistema monoparete INPLUS GBD camini srl)Per resistenza alla pressione si intende la capacità del sistema di scarico dei prodotti della combustione di permeabilità ai gas della combustione. Tale capacità, si esprime con una perdita massima, sull'unità di superficie, ad una determinata pressione.
In funzione della pressione che il sistema di scarico dei prodotti della combustione assume a regime permanente, si dovranno rispettare le seguenti classi:
N | Sistemi di scarico dei prodotti della combustione funzionanti con pressione negativa; |
P | Sistemi di scarico dei prodotti della combustione funzionanti con pressione positiva; |
H | Sistemi di scarico dei prodotti della combustione funzionanti con pressione altamente positiva |
La collocazione del sistema di scarico dei prodotti della combustione si identifica con i numeri 1 e 2 che identificano il posizionamento del camino:
1 | Parzialmente od integralmente in asole tecniche dell'edificio (condotto intubato) |
2 | Diretta nell'ambiente esterno (non addossato a locali abitati) |
La seguente tabella illustra la perdita massima ammessa per un sistema di scarico dei prodotti della combustione, in funzione del tipo di pressione assunta dal sistema stesso a regime permanente e della sua collocazione.
Tipo di pressione del sistema di scarico dei prodotti della combustione | Collocazione | Perdita massima ammessa | ||
Perdita massima [l x s-1 x m-2] |
Pressione corrispondente [ Pa ] | |||
N1 | NEGATIVA | Parzialmente od integralmente in asole tecniche | 2.0 | 40 |
N2 | NEGATIVA | Nell'ambiente esterno | 3.0 | 20 |
P1 | POSITIVA | Parzialmente od integralmente in asole tecniche | 0.006 | 200 |
P2 | POSITIVA | Nell'ambiente esterno | 0.120 | 200 |
H1 | POSITIVA | Parzialmente od integralmente in asole tecniche | 0.006 | 5000 |
H2 | POSITIVA | Nell'ambiente esterno | 0.120 | 5000 |
RESISTENZA ALLA CONDENSA
L'utilizzo di un sistema di scarico dei prodotti della combustione con un generatore alimentato da combustibili solidi, comporta dei veri e propri rischi di esposizione a piccoli incendi interni che sollecitano fortemente il materiale utilizzato sottoponendolo a veri e propri shock termici con fiamma diretta. La classificazione all'incendio attesta la capacità del sistema di scarico dei prodotti della combustione di resistere meccanicamente a tale requisito e di non ingenerare rischi da incendio; la prova si esegue sollecitando il sistema di scarico nel test ad una temperatura di 1000 °C per un tempo di 30 minuti. In tale condizione, la temperatura dei materiali adiacenti non deve essere superiore a 100°C con una temperatura ambiente pari a 20°C. Le classi ottenute sono le seguenti:
O | Per sistemi di scarico dei prodotti della combustione non resistenti all'incendio |
G | Per sistemi di scarico dei prodotti della combustione resistenti all'incendio |
RESISTENZA ALLA CORROSIONE
In funzione del combustibile utilizzato, sono previste 3 classi:
Resistenza alla corrosione |
V1 per combustibili GASSOSI |
V2 per combustibili LIQUIDI |
V3 per combustibili SOLIDI |
combustibili GASSOSI |
Gas: con solfuri ≤ 50 mg/m3 Gas naturale L+H |
Gas Gas naturale L+H |
Gas Gas naturale L+H |
combustibili LIQUIDI |
Kerosene: solfuri ≤ 50 mg/m3 | Kerosene con zolfo > 50 mg/m3 , Gasolio con zolfo ≤ 0.2%, Legna per caminetti aperti; |
Kerosene con zolfo > 50 mg/m3 Gasolio con zolfo >0.2%, Legna per caminetti aperti; |
combustibili SOLIDI (legna) |
NO | Caminetti a focolare aperto | Caminetti a focolare aperto Stufe a focolare chiuso |
combustibili SOLIDI (carbone) |
NO | NO | Carbone |
combustibili SOLIDI (torba) |
NO | NO | Torba |
La Norma EN 1856/1 definisce la relazione tra classi di corrosione e l'uso a secco o a umido come segue:
Classe di corrosione in accordo alla EN 1856/1 - (secco - umido) | ||||||
per combustibili GASSOSI | per combustibili LIQUIDI | per combustibili SOLIDI | ||||
D (secco) | W (umido) | D (secco) | W (umido) | D (secco) | W (umido) | |
V1 | SI | SI | - | - | - | - |
V2 | SI | SI | SI | SI | SI | - |
V3 | SI | - | SI | - | SI | - |
RESISTENZA TERMICA
La resistenza termica è il reciproco del flusso termico che attraversa la faccia del sistema di scarico dei prodotti della combustione, per l'area della faccia suddetta e per la differenza di temperatura tra la faccia interna e quella esterna del sistema di scarico dei prodotti della combustione.
La resistenza termica (designata con la lettera R e moltiplicata per 100) si esprime in m2K/W ed è essenziale al fine termodinamico per consentire una corretta progettazione e/o verifica del sistema di scarico dei prodotti della combustione. Tale valore deve essere dichiarato dal fabbricante del sistema di scarico dei prodotti della combustione alla classe di temperatura corrispondente e per tutti i diametri disponibili nella sua gamma di prodotto. Se detto dato non fosse noto, dovrà essere opportunamente stimato; i dati rilevanti a questo fine, sono principalmente il diametro interno Di, il diametro esterno De, la conduttività termica dei relativi strati e del coibentante λ, le superfici hi ed he.
La determinazione analitica della resistenza termica, risulta tuttavia molto approssimativa, pertanto, vista la rilevanza di questo dato nell'ambito della progettazione, è sempre consigliabile la determinazione sperimentale.
TRASMISSIONE DEL CALORE A MATERIALI COMBUSTIBILI
La temperatura massima dei materiali combustibili adiacenti al sistema di scarico dei prodotti della combustione non deve eccedere gli 85° in condizione di temperatura ambiente non minore di 20° C. Generalmente, nel panorama normativo vigente, ale requisito si considera soddisfatto quando la distanza tra i materiali combustibili ed il sistema di scarico dei prodotti della combustione risulta non minore di 50 mm. Con la classe di classificazione della distanza da materiali combustibili (designata con la lettera C), si intende la distanza minima (espressa in mm) che deve essere considerata tra la parete esterna del sistema di scarico dei prodotti della combustione e il materiale combustibile (ovviamente alla classe di temperatura considerata).
La disosservanza della distanza minima da materiali infiammabili può comportare pericolosissimi rischi di incendio
CLASSE DI POSIZIONAMENTO
Indica la posizione di installazione del sistema di scarico dei prodotti della combustione, prendendo in considerazione tre ipotesi:
Installazione Interna | Installazione Esterna | Installazione sia Interna che esterna |
I | E | B |
EVENTUALE CONTROCANNA
Evidenzia la necessità di realizzare una controcanna di protezione al sistema di scarico dei prodotti della combustione:
Controcanna realizzata con materiale non combustibile |
Controcanna assente | Controcanna realizzata con materiale combustibile |
N | O | C |
FORMULAZIONE DEI CAPITOLATI
Di seguito sono formulati dei capitolati per tutte le tipologie di sistemi di scarico dei prodotti della combustione (capitolati formulati sulle tipologie della ditta GBD) che, oltre a considerare la norma UNI EN 1443 e la EN 1856/1, tengono in considerazione, le esigenze del panorama normativo italiano
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Capitolati
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Lunedì, 25 Febbraio 2013 08:48
IL PROBLEMA DELLO SCARICO A PARETE
decreto "Ulteriori misure per la crescita del Paese", modifica normativa introdotta dalla legge di conversione del d.l. 18/10/2012 n. 179 (l. 17/12/2012, n. 221), all'art. 34, comma 53, modifica del comma 9 dell'art. 5 del d.P.R. N. 412/1993.
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Venerdì, 15 Febbraio 2013 17:16
La Squadra dei relatori
PAOLO GRISONI
30 anni di esperienza nel settore dello scarico dei prodotti della combustione. Durante la sua carriera ha coperto molti ruoli, sia come componente dei gruppi di normazione UNI, CIG, CEN, CTI che di sperimentazione con il laboratorio di Credera di SNAM. Ha sempre seguito in prima persona la progettazione termo-fluidodinamica di sistemi di scarico dei prodotti della combustione di G.B.D. Spa, sviluppando degli algoritmi di calcolo che sono utilizzati quotidianamente dai termotecnici e disponibili on-line su questo sito. E' consulente per alcuni Tribunali come specialista in materia PDC. E' consulente dell'Ufficio Tecnico di Stato RSM. Incontra qualche migliaia di persone all'anno mediante meeting, convegni, seminari e corsi di formazione tutti impostati su una forte interazione con le persone e sempre sulla base di reciproco apprendimento. Nel 2001 ha realizzato questo sito www.cannefumarie.com che da moltissimi anni ha la prima posizione di Google. Segue spesso progettazioni di avvicinamento tra arte e tecnica come la ciminiera collocata in un albero di bronzo nella Reggia di Venaria Reale (TO) o di cura dell'integrazione estetica promuovendo un metodo progettuale che non sia malcurante dell'urbanistica.
Viste le numerosissime occasioni di incontro con Associazioni di Categoria, Progettisti, Rivenditori, Installatori, Imprese Edili, ha creato una squadra di relatori con i quali, con grande professionalità, organizza meeting, seminari e convegni trattando i temi di attualità in materia di progettazione, realizzazione e manutenzione di camini, canne fumarie e qualunque genere di sistema di scarico dei prodotti della combustione.
UMBERTO PILLA
Partecipa ai gruppi di lavoro del CEN TC 166 e UNI CIG. Si occupa della Ricerca e Sviluppo produzione aggiornando tutta la squadra dei relatori sulle future tendenze e scelte normative consentendoci di poter trasferire queste competenze nel nostro lavoro e alle persone che incontriamo durante i meeting.
CARLO GHIDINELLI
Ha un'eccellente esperienza progettuale che mette quotidianamente a disposizione con il servizio di GBD Spa pre-vendita. E' abituato ad affrontare tematiche estremamente varie, dalla progettazione termo-fluidodinamica, alla realizzazione impiantistica, anche complessa, di sistemi di scarico fumi. Ha tenuto molti convegni di successo maturando un'esperienza trasversale nell'interagire con i partecipanti.
DAVID QUADRANTI
E' molto presente sulla cantieristica e conosce perfettamente i problemi reali di chi deve far quadrare la disposizione normativa con l'esigenza pratica del cantiere.
Organizza quotidianamente corsi e seminari con la forza vendite dei nostri rivenditori e con la loro clientela.
PAOLO CERESOLI
Decennale esperienza nel settore termoidraulico, ha competenze e professionalità nei più recenti sistemi di riscaldamento e condizionamento come caldaie residenziali e commerciali, solare termico, sistemi VRF, contabilizzazione diretta e indiretta del calore, bilanciamento degli impianti, nonché scarico fumi.
Da sempre in prima linea, pronto ad ascoltare le esigenze del progettista e le necessità dell’installatore coordinando teoria e pratica, supportando la forza vendita dei nostri rivenditori.
SARA BERTESAGHI
Segue con grande approvazione rivenditori, progettisti ed installatori con i quali organizza importanti seminari tecnici le cui presenze vengono selezionate con grande attenzione.
Ha molta competenza topografica e come geometra si occupa di rilievi anche di livello avanzato in cantiere analizzando soluzioni e realizzazioni di sistemi fumari civili ed industriali.
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Venerdì, 15 Febbraio 2013 15:38
Galleria Fotografica Comignoli
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Venerdì, 15 Febbraio 2013 09:03
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Scarico a Tetto: Restrizioni sulla possibilità di scarico a parete
GT il giornale del Termoidraulico - marzo 2012
Incendio Tetti: Convegno ANPAIRD Associazione Nazionale Periti Assicurativi Incendio e Rischei Diversi
GT il giornale del Termoidraulico - marzo 2012
Guarnizioni: La Soluzione Per Garantire La Tenuta Ai Gas ed alle Condense
GT il giornale del Termoidraulico - dicembre 2010
Caratteristiche Prestazionali delle canne fumarie
l'installatore Italiano - settembre 2010
Nasce Assofumi
16 luglio 2010
Ordine Degli Ingegneri della Provincia di Firenze
14 maggio 2010
Associazione Periti Industriali di Milano
25 settembre 2008
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Giovedì, 14 Febbraio 2013 17:17
Links
G.B.D. Spa http://www.gbd.it
ASSOCAMINI Associazione industria nazionale dei produttori di Gruppo Camini e Canne Fumarie http://www.assocamini.it/
UNI Ente Italiano di Normazione http://www.uni.com
CIG Comitato Italiano Gas http://www.cig.it/
PROXIGAS Associazione Nazionale Industriali Gas http://www.anigas.it/
AZIENDA CONDOMINIO http://www.aziendacondominio.it/
ARERA Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente https://www.arera.it/it/index.htm
Confartigianato http://www.confartigianato.it
Unione Nazionale Consumatori http://www.consumatori.it
ASSISTAL Associazione Nazionale Costruttori di Impianti, dei Servizi di Efficienza Energetica – ESCo e Facility Management http://www.assistal.it
Federchimica http://www.federchimica.it
APPLiA Italia Associazione Nazionale Produttori di Apparecchi Domestici e Professionali https://www.appliaitalia.it/
SNAM http://www.snam.it
MISE Ministero dello sviluppo economico https://www.mise.gov.it/index.php/it/
TEKNORING IL PORTALE DELLE PROFESSIONI TECNICHE https://www.teknoring.com/
CIR CENTRO ITALIANO RISCALDAMENTO https://www.cirnet.it/
APCE Associazione per la Protezione dalle Corrosioni Elettrolitiche https://www.apce.it/
FIRE FEDERAZIONE ITALIANA PER L'USO RAZIONALE DELL'ENERGIA http://www.fire-italia.it/
ANFUS Associazione Nazionale Fumisti E Spazzacamini http://www.anfus.org/
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Giovedì, 14 Febbraio 2013 17:08
Comignoli
Il comignolo è un componente fondamentale del sistema di scarico dei prodotti della combustione e posizionato nella sua sezione di sbocco, ha il compito di permettere un'ottimale dispersione dei fumi nell'atmosfera senza subire le condizioni meteorologiche (vento, pioggia, grandine, neve, etc). Da un punto di vista aerodinamico, la costruzione di un comignolo o di un terminale di scarico è estremamente complessa tanto che non sono stati tracciati dei veri e propri modelli di calcolo matematico mentre per studiarne il comportamento, ci si serve della camera del vento. La figura sottostante riporta a titolo di esempio, la simulazione aerodinamica di un comignolo da cui è facile intuire quanto possa essere complessa la razionalizzazione del comportamento al vento.
1 -2 Verifica simmetrica - 3 Definizione del comportamento aerodinamico in presenza di vento ascendente e discendente - 4 Definizione dei rapporti dimensionali - 5 Definizione del valore di perdita di carico localizzata (e)
Ovviamente uno studio così approfondito viene dedicato a modelli prefabbricati per poi essere prodotti in serie mentre nell'ambito edile, si connotano delle caratteristiche primarie che comunque garantiscono un minimo di sicurezza affinché i prodotti della combustione possano essere ceduti nell'atmosfera senza particolari problemi di inconcilianza con le condizioni meteorologiche.
Basandosi sulla regolamentazione vigente, è possibile elencare le seguenti caratteristiche per la corretta realizzazione di un comignolo:
deve facilitare la dispersione dei prodotti della combustione anche con condizioni atmosferiche avverse ed impedire la deposizione di corpi estranei (per esempio nidi);
avere conformazione tale da impedire la deposizione nel camino/canna fumaria della pioggia e della neve;
essere costruito in modo tale che venga sempre comunque assicurato lo scarico dei fumi, anche in caso di venti di ogni direzione ed inclinazione;
avere sezione utile di uscita (Su) non minore del doppio di quella del camino/canna fumaria (S) sul quale è inserito;
il principio di funzionamento deve essere esclusivamente statico, (non sono ammessi comignoli che utilizzino qualunque mezzo meccanico di aspirazione) compreso il movimento tramite la forza del vento;
Sulle coperture degli edifici come su tutta la loro superficie, esiste un volume nel quale, durante la presenza del vento , si genera una pressione maggiore di quella atmosferica; paradossalmente con esposizioni ventose violente, questa pressione può anche mettere a rischio di scoperchiamento la copertura dell'edificio. E' facilmente intuibile quindi quanto maggiore possa essere la pressione esercitata dal vento rispetto pochi pascal di tiraggio di un camino. Viene pertanto identificata una zona di reflusso nella quale si creano queste fastidiose condizioni contrarie alla fuoriuscita dei fumi.
Al fine di evitare una eccessiva interazione tra l'effetto ventoso e il libero sbocco dei prodotti della combustione in atmosfera, è fondamentale rispettare una quota minima di sporgenza dalla copertura che viene denominata "quota di sbocco" la quale ci garantisce l'allontanamento dalla zona di reflusso.
Di seguito vengono riportate delle tabelle per la definizione delle quote di sbocco e della zona di reflusso suddivise in funzione della portata termica degli apparecchi collegati e della tipologia di combustibile.
Apparecchi di portata termica non maggiore di 35 kW - Combustibile GASSOSO (rif. UNI 7129)
TETTI IN PENDENZA
sono considerati tetti in pendenza quelli dotati di inclinazione della falda maggiore di 10° sessagesimali (17.6%)
RISPETTO DI ABBAINI E LUCERNARI APRIBILI SITUATI SU EDIFICI DOTATI DI TETTI IN PENDENZA
si tratta di prescrizioni aggiuntive rispetto a quanto già indicato sopra - lo sbocco deve trovarsi al di fuori delle zone di rispetto come indicato
TETTI PIANI SENZA APERTURE
nel caso di edifici dotati di tetti piani o con inclinazione fino a 10° (17,6%) il comignolo/terminale di scarico deve essere posizionato
rispettando le quote di sbocco in funzione della distanza da ostacoli o volumi tecnici
TETTI PIANI CON APERTURE
nel caso in cui sul tetto piano vi siano degli ostacoli/volumi tecnici/edifici dotati di aperture (quali per esempio finestre, portefinestre, aperture di ventilazione o aerazione, bocche di presa di impianti di trattamento aria) sulla parete prospiciente il comignolo/terminale, per il posizionamento degli stessi si devono rispettare le distanze indicate
Apparecchi di portata termica maggiore di 35 kW Combustibile Solido/Liquido (rif. LEGGE 13-7-1966, N.615)
Le bocche (comignoli) dei camini devono risultare più alte di almeno un metro rispetto al colmo dei tetti, ai parapetti ed a qualunque altro ostacolo o struttura distante meno di 10 m.
Le bocche dei camini situate a distanza compresa tra 10 e 50 m da aperture di locali abitati devono essere a quota non inferiore a quella del filo superiore dell'apertura più alta, salvo deroghe particolari, considerate nei regolamenti comunali di igiene, che i Comuni potranno concedere ad istanza degli interessati, su conforme parere del competente Comitato Regionale contro l'inquinamento atmosferico.
In ogni caso, dovrà essere rispettata la norma che i camini possano sboccare ad altezza non inferiore a quella del filo superiore dell'apertura più alta, diminuita di un metro per ogni metro di distanza orizzontale eccedente i 10 m.
Per la porzione di camino sporgente dal tetto o dalla copertura dell'edificio, non può essere imposta un altezza di costruzione superiore a 5 metri.
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