

Umberto Pilla
Martedì, 12 Febbraio 2013 11:56
NEGLI ANNI '80 SI UTILIZZANO GLI ACCIAI INOSSIDABILI PER LA REALIZZAZIONE DI CAMINI E DELLE CIMINIERE
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Martedì, 12 Febbraio 2013 11:54
FUMI A BASSA TEMPERATURA, ACIDITA' ACCENTUATE, RESISTENZA ALLA PRESSIONE DANNO SPAZIO ANCHE AI POLIMERI
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Martedì, 12 Febbraio 2013 11:28
Termini e definizioni
Termini di carattere fisico-tecnico
Aria parassita: portata di aria che non partecipa alla combustione, aspirata attraverso l'interruttore di tiraggio nel canale da fumo.
Aria per la combustione: volume di aria richiesto per la corretta combustione di un gas, riferito alle condizioni normali di temperatura (0°C) e di pressione (101300 Pa). E' espresso in m3.
Aspiratore statico: Terminale di camini/canne fumarie o condotti di scarico, di dimensioni e forma atte a favorire il tiraggio necessario per l'evacuazione dei prodotti della combustione anche in condizioni atmosferiche anormali.
Combustibile gassoso: qualsiasi aeriforme che, combinandosi con l'ossigeno dell'aria, produce una certa quantità di calore.
Eccesso d'aria: differenza in percento, tra la quantità di aria introdotta nella camera di combustione e l'aria stechiometrica necessaria al combustibile.
Funzionamento a secco: condizione in cui la temperatura della superficie della parete interna del canale da fumo, condotto di scarico fumi, camino, canna fumaria, condotto intubato, allo sbocco, nel funzionamento stazionario, è maggiore del punto di rugiada.
Funzionamento a umido: condizione in cui la temperatura della superficie della parete interna del canale da fumo, condotto di scarico fumi, camino, canna fumaria, condotto intubato, allo sbocco, nel funzionamento stazionario, è minore del punto di rugiada dei fumi, ma maggiore del loro punto di congelamento.
Interruttore di tiraggio: dispositivo, facente parte integrante dell'apparecchio e situato sul circuito di scarico dei prodotti della combustione, atto a diminuire l'influenza delle variazioni di tiraggio e ad evitare disturbi di controcorrente sul funzionamento del bruciatore e sulle caratteristiche della combustione.
Perdita di carico: differenza fra le pressioni statiche misurate in due punti di un sistema percorso da un fluido.
Portata termica nominale (potenza termica nominale del focolare): valore della portata termica indicata dal costruttore dell'apparecchio.
Potenza termica utile: massima quantità di calore ceduta nell'unità di tempo al fluido termovettore.
Potere calorifico di un gas: quantità di calore che si rende disponibile per effetto della combustione completa, a pressione costante, di 1 m3 di gas secco, quando i prodotti della combustione siano riportati alla temperatura iniziale del combustibile e del comburente.
Potere calorifico inferiore di un gas: potere calorifico del gas, escluso il calore di condensazione del vapore d'acqua formatosi durante la combustione.
Potere calorifico superiore di un gas: potere calorifico del gas, compreso il calore di condensazione del vapore d'acqua formatosi durante la combustione.
Prodotti della combustione: insieme dei prodotti della combustione di un gas e dell'aria comburente in eccesso.
Resistenza termica di parete: resistenza al trasporto di calore attraverso la o le pareti di un canale da fumo, condotto di scarico, camino, canna fumaria, condotto intubato (nel caso di intubamento per resistenza termica si intende tale caratteristica globalmente considerata in funzione delle conducibilità degli strati di materiali utilizzati dalla parete interna verso la parete esterna).
Sezioni idraulicamente equivalenti: sezioni che hanno lo stesso diametro idraulico.
Tipo di sezione: forma della sezione di un canale da fumo, condotto di scarico, camino, canna fumaria, condotto intubato.
Tiraggio naturale: tiraggio che si determina in un camino, canna fumaria, condotto intubato, per effetto della differenza della massa volumica esistente tra i prodotti della combustione (caldi) e l'aria atmosferica circostante, senza nessun ausilio meccanico di aspirazione installato al suo interno o alla sommità.
Impianto
Aerazione: ricambio dell'aria necessaria sia per lo smaltimento dei prodotti della combustione, sia per evitare miscele con un tenore pericoloso di gas non combusti.
Apertura di ventilazione: apertura praticata sulla parete di un locale attraverso la quale avviene l'afflusso dell'aria comburente.
Apparecchi a tiraggio forzato: apparecchi in cui l'evacuazione dei prodotti della combustione viene attivata a mezzo di un ventilatore, facente parte integrante dell'apparecchio, posto a monte o a valle della camera di combustione.
Apparecchi a tiraggio naturale: apparecchi in cui l'evacuazione dei prodotti della combustione avviene per la depressione determinata dal diverso peso specifico dell'aria atmosferica e dei fumi, fra la sezione di ingresso dell'aria dell'apparecchio e la sezione di uscita dei prodotti della combustione.
Apparecchi similari: apparecchi dello stesso tipo, alimentati con lo stesso combustibile, con portata termica nominale uguale o che differisce di non oltre il 30 %, ed aventi le medesime condizioni di combustione e di evacuazione dei prodotti della combustione. Questi ultimi, in particolare, sono evidenziati dalla presenza o meno del ventilatore nel circuito di combustione e dallo stato fisico/chimico/temperatura dei prodotti della combustione.
Apparecchio di Tipo "B": apparecchio previsto per il collegamento ad un camino/canna fumaria o a dispositivo di scarico dei prodotti della combustione all'esterno del locale in cui l'apparecchio è installato. Il prelievo dell'aria comburente avviene nel locale di installazione e lo scarico dei prodotti della combustione all'esterno del locale stesso.
Apparecchio di Tipo "C": apparecchio il cui circuito di combustione (prelievo aria comburente, camera di combustione, scambiatore di calore e scarico dei prodotti della combustione) è a tenuta rispetto al locale in cui l'apparecchio è installato. Il prelievo dell'aria comburente e lo scarico dei prodotti della combustione avvengono direttamente all'esterno del locale.
Apparecchio di utilizzazione del gas : apparecchio provvisto di uno o più bruciatori e dei relativi dispositivi di comando, controllo, regolazione e sicurezza, rispondenti alle Norme Tecniche di costruzione.
Apparecchio Tipo "A": apparecchio non previsto per il collegamento a canna fumaria o a dispositivo di scarico dei prodotti della combustione all'esterno del locale in cui l'apparecchio è installato. Il prelievo dell'aria comburente e lo scarico dei prodotti della combustione avvengono nel locale di installazione.
Condotti di ventilazione: canalizzazioni atte ad addurre negli ambienti l'aria comburente e l'aria necessaria per il ricambio dell'aria ambiente.
Intubamento : operazione attraverso la quale, nell'ambito della ristrutturazione di un sistema di scarico dei prodotti della combustione, e mediante l'introduzione di uno o più appositi condotti, si realizza, da un camino, canna fumaria o asola tecnica esistente, un sistema nuovo.
Quota di sbocco: quota corrispondente alla sommità di un camino, canna fumaria, condotto intubato, indipendentemente dal comignolo.
Riflusso: fuoriuscita dei prodotti della combustione dall'apparecchio verso il locale di installazione.
Ventilazione: afflusso dell'aria necessaria alla combustione.
Scarico dei prodotti della combustione
Adeguamento di un sistema per l'evacuazione dei prodotti della combustione: insieme di operazioni finalizzate a conseguire o ripristinarne la funzionalità.
Altezza del tratto terminale: distanza verticale tra l'immissione dell'ultimo secondario nel primario e la sezione di sbocco dei fumi nel comignolo della canna collettiva ramificata.
Altezza efficace del camino: differenza di quota tra la sezione di ingresso dei fumi nel camino e la sezione di uscita. L'altezza efficace del camino viene anche definita altezza statica.
Apertura di compensazione: apertura di una canna collettiva diretta verso l'ambiente esterno o collegata allo stesso tramite un condotto di sezione pari a quella dell'apertura stessa.
Asola tecnica: vano a sviluppo prevalentemente verticale, senza soluzione di continuità strutturale ai piani, con perimetro chiuso rispetto gli ambienti interni, adibito al contenimento di servizi tecnici dell'edificio. Possono essere trasformate in asole tecniche anche le seguenti partizioni:
camini e canne fumarie dismessi/e;
partizioni interne dell'edificio (insieme degli elementi tecnici verticali del sistema edilizio aventi funzione di dividere ed articolare gli spazi interni del sistema edilizio stesso);
chiusure verticali dell'edificio (insieme degli elementi tecnici verticali del sistema edilizio aventi funzione di separare gli spazi interni del sistema edilizio rispetto l'esterno.
Camino: condotto verticale avente lo scopo di raccogliere ed espellere, a conveniente altezza dal suolo, i prodotti della combustione provenienti da un solo apparecchio o, nei casi consentiti, da più apparecchi sullo stesso piano.
Canale da fumo: condotto di raccordo posto tra l'uscita dei fumi di un apparecchio ed il camino, canna fumaria o condotto intubato.
Canna fumaria collettiva combinata: canna costituita da due condotti distinti, il primo dei quali serve a convogliare l'aria comburente agli apparecchi collocati su diversi piani ed il secondo a raccogliere ed espellere i prodotti della combustione degli stessi. I condotti possono essere coassiali, adiacenti oppure separati.
Canna fumaria collettiva ramificata: condotto asservito a più apparecchi installati su più piani di un edificio, realizzato solitamente con elementi prefabbricati che, per giusta sovrapposizione e giunzione, determinano una serie di canne singole (secondari), ciascuna dell'altezza di un piano, e da un collettore (primario) nel quale defluiscono i prodotti della combustione provenienti dai secondari a mezzo di un elemento speciale che svolge la funzione di deviatore.
Canna fumaria collettiva: condotto fumi unico atto a raccogliere ed espellere i prodotti della combustione di più apparecchi collocati su diversi piani.
Cappa: struttura a campana atta a convogliare, tramite i condotti di scarico fumi o i canali da fumo, i prodotti della combustione o i vapori in un camino/canna fumaria/condotto intubato o direttamente in atmosfera.
Caratteristiche strutturali di un sistema di scarico dei prodotti della combustione: caratteristiche fisiche e costruttive di tutti i componenti del sistema.
Collettore da fumo: elemento di collegamento tra più apparecchi, collocati sullo stesso piano, atto a raccogliere e a trasportare i prodotti della combustione di due o più apparecchi dello stesso tipo e alimentati dallo stesso combustibile, mediante un canale/condotto verso un camino/condotto intubato.
Comignolo (aspiratore statico): dispositivo posto alla sezione di sbocco dei fumi di un camino, canna fumaria, condotto intubato che deve permettere la dispersione dei prodotti della combustione nell'atmosfera.
Condensa: prodotto liquido che si forma quando la temperatura dei fumi in qualche punto del sistema di scarico dei prodotti della combustione risulta minore del punto di rugiada.
Condotto di scarico fumi: condotto di raccordo, fornito direttamente dal costruttore dell'apparecchio e facente parte integrante dello stesso, posto tra l'uscita dei fumi dell'apparecchio ed un camino, canna fumaria, condotto intubato o terminale di scarico. Può essere a vista o all'interno del condotto per l'adduzione dell'aria comburente anch'esso a vista.
Condotto di compensazione: apertura o condotto di collegamento tra il condotto aria e il condotto fumi in una canna combinata.
Condotto intubato: condotto adatto per ricevere pressione negativa o positiva rispetto l'ambiente esterno, composto da uno o più elementi a sviluppo prevalentemente verticale, specificatamente adatto a raccogliere ed espellere i prodotti della combustione, nonché a resistere nel tempo ai componenti degli stessi ed alle loro eventuali condense, idoneo per essere inserito in un camino, canna fumaria o asola tecnica dell'edificio.
Parete interna: parete del canale da fumo, condotto di scarico, camino, canna fumaria, condotto intubato a contatto con i fumi.
Sistema multiplo: insieme di più sistemi i cui condotti di aspirazione aria e/o evacuazione fumi sono alloggiati verticalmente nel medesimo vano/asola tecnica.
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Martedì, 12 Febbraio 2013 11:28
Intubamento
L'intubamento, si definisce essere "l'operazione attraverso la quale, nell'ambito della ristrutturazione di un sistema di scarico dei prodotti della combustione, e mediante l'introduzione di uno o più appositi condotti, si realizza, da un camino, canna fumaria o asola tecnica esistente, un sistema nuovo".
Tale metodologia è regolamentata da diversi strumenti normativi in funzione dello status di pressione all'interno del condotto (positiva o negativa) e del tipo di apparecchio utilizzato. Per quanto riguarda il caso di intubamento in pressione positiva ricordo che tale realizzazione è da effettuarsi con condotti specificamente idonei. La tabella sottostante esemplifica le varie possibilità:
INTUBAMENTO IN PRESSIONE POSITIVA – APPARECCHI A GAS POTENZA MAX 35 KW - UNI 7129-3
Quando ci si trova a dover risanare un impianto esistente ad uso domestico, inserendo un condotto per intubamento, nella maggior parte dei casi, si ha a che fare con condotti che operano in pressione positiva rispetto all’ambiente (intubamento con diametri 50-60-80 mm)
La UNI 7129-3 prescrive le sezioni minime che deve avere l’area libera che si va a creare tra il condotto per intubamento e l’asola tecnica.
Condizione che necessita di ventilazione dell’intercapedine - Sezione minima S1=S2
Ovvero la sezione libera (S2) è pari almeno alla sezione della tubazione (S1):
Nell'ambito di un intubamento in pressione positiva, è importante sottolineare alcuni degli aspetti fondamentali, in particolare la ventilazione dell'intercapedine (S2) dal basso verso l'alto mediante aperture disposte verso l'ambiente esterno.
La UNI 7129/3 prevede che in caso di intubamenti in pressione positiva venga effettuata prova di tenuta a 200 Pa con perdita pari 0.006 lm2/s. Tale prova però risulta spesso di difficile esecuzione, avendo tubazione installata in intercapedine ventilata verso esterno, dato che anche la sola differenza di temperatura tra aria interna alla tubazione, e aria di ventilazione rivolta all’esterno, può portare a un esito negativo della prova.
Condizione che non necessita di ventilazione dell’intercapedine - S2= 1,5 x S1
Ovvero la sezione libera (S2) è pari al 150% della sezione di scarico (S1):
Avere un’area libera pari al 150% della sezione del condotto per intubamento, consente di non dover obbligatoriamente realizzare l’apertura di ventilazione alla base del camino.
Tale condizione, semplifica quindi la realizzazione della pratica di ristrutturazione del sistema fumario esistente, evitando la realizzazione dell’apertura di ventilazione alla base, che deve essere rivolta verso l’ambiente esterno, e risulta ovviamente non sempre fattibile, specialmente in caso di canne fumarie esistenti, non posizionate sulla parete perimetrale dell’edificio.
S2 = 1,5xS1, secondo la UNI 7129-3, svincola l’installatore dall’obbligatorietà della realizzazione della prova di tenuta
S2 = 1,5xS1, diventa importantissima in caso di canne fumarie esistenti, già realizzate con sistema metallico in passato, e non idonea ad accogliere i fumi di un nuovo generatore di calore.
È molto frequente trovare tubazioni in acciaio inox esistenti, di diametro 80, mm direttamente murate e non inserite in apposita asola tecnica, o realizzate con materiali non idonei (per esempio acciaio inox AISI 304). La 7129-3 consente di sanare tale condizione, inserendo nella vecchia canna fumaria, che diventa asola tecnica, un condotto di diametro 50 mm, all’interno di un esistente diametro 80 mm. In questo modo, l’installatore può poi coerentemente rilasciare la dichiarazione di conformità, in accordo alle specifiche della Norma.
INTUBAMENTO IN PRESSIONE POSITIVA – APPARECCHI A GAS POTENZA MAX 35 KW – UNI 11528
Se si sale di potenza e si va a ragionare in termini di generatori di calore a servizio di impianti centralizzati condominiali, è quasi sempre necessaria la ristrutturazione di canna fumaria esistente mediante inserimento di condotto per intubamento nel vecchio manufatto. Considerando che i generatori sono a condensazione e che l’esistente, non sempre ha dimensioni ottimali, è molto probabile che anche in questo caso si finisca a dover realizzare un intubamento in pressione positiva rispetto all’ambiente.
Anche la UNI 11528 prevede, in questo caso l’inserimento del condotto in un’asola tecnica. Tra il condotto e l’asola tecnica dovrà essere assicurata una superficie di ventilazione minima, con apertura alla base e alla sommità. La dimensione dell’asola tecnica si basa sui seguenti fattori:
Asola tecnica quadrangolare e condotto intubato circolare ---> min. 20 mm tra parete interna asola e parete esterna condotto
Asola tecnica circolare e condotto intubato circolare ---> min. 30 mm tra parete interna asola e parete esterna condotto
Esempi:
PRODOTTI GBD CONSIGLIATI PER INTUBAMENTO
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Impianto Fumario
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Martedì, 12 Febbraio 2013 11:28
Sicurezza di un sistema fumario
La sicurezza di un sistema funzionale e la pericolosità di un sistema inefficiente
Oggi purtroppo, assistiamo ancora ad incidenti spesso mortali causati da avvelenamento da monossido di carbonio infatti, la pericolosità degli impianti a gas nel settore domestico, non è che in minima parte dovuta alla infiammabilità del gas combustibile, quanto alla formazione di ossido di carbonio (CO) e in particolare della sua accidentale fuga e ristagno nei locali abitati. L’ossido di carbonio è un gas assolutamente inodore ed è quindi estremamente inavvertibile e conseguentemente subdolo proprio quando è frammisto ad altri gas, come appunto quelli prodotti dalla combustione. Soggetti che hanno avuto perdita di coscienza prolungate dopo esposizioni all’ossido di carbonio possono subire lesioni di carattere permanente: frequentemente si tratta di lesioni del sistema nervoso, che possono anche interessare l’apparato cardiovascolare o di altri organi. La più comune conseguenza dell’avvelenamento da ossido di carbonio è la sindrome basale gangliare per danno al tessuto encefalico da anossiemia (deficienza nell’organismo di ossigeno respiratorio).
Il diagramma di Hartridge evidenzia che una persona adulta sviene e rischia di entrare in coma nel caso in cui rimanga esposta per un'ora in un ambiente contenente ossido di carbonio in misura di 0.1%. Se l'esposizione nel medesimo ambiente perdurasse per un'altra ora, si arriverebbe certamente alla morte.
Una percentuale di ossido di carbonio dello 0.5% provoca la morte in 5¸6 minuti. La tossicità dell' ossido di carbonio è dovuta al fatto che esso ha una forte capacità di combinarsi con l'emoglobina del sangue molto più alta rispetto a quella dell'ossigeno. La combinazione tra il CO e l'emoglobina dei
globuli rossi dà luogo alla carbossiemoglobina. Come noto, l’emoglobina è responsabile del trasporto dell’ossigeno nel sangue durante la respirazione: la combinazione della stessa con l’ossido di carbonio ne inibisce la funzione principale.Per avere un riferimento, il CO ha una capacità di combinarsi con l’emoglobina 230 volte superiore a quella dell’ossigeno.
Apparentemente addormentata in un tranquillo sonno, la persona intossicata presenta un bel colorito roseo e labbra con acceso colore rosso: nessun sintomo lascia dunque presagire il grave rischio che corre. Al contrario, per salvarla, occorrono interventi tempestivi: deve essere immediatamente trasportata all'esterno del locale provvedendo a chiamare gli opportuni soccorsi medici . E' bene però sottolineare che, in questo caso, anche il soccorritore deve immediatamente premunirsi dal rischio di intossicazione, aereando tempestivamente il locale infestato dal monossido, tamponando le vie respiratorie con un fazzoletto umido e respirando frequentemente aria fresca non contaminata.
La seguente tabella, illustra la sintomatologia umana in funzione della percentuale di CO presente nel sangue:
Percentuale di CO nel sangue | Sintomi |
0-10% | Di solito non avvertiti, scambiati per un malessere generico |
10-20% | Mal di testa, affanno, dolore al petto |
20-30% | Emicrania pulsante, nausea, vomito, affaticamento, poca concentrazione |
30-40% | Vertigini, affaticamento, processi mentali indeboliti |
40-50% | Respiro rapido, battito cardiaco accelerato, vertigini, stato confusionale |
50-60% | Insufficienza respiratoria, collasso, convulsioni e coma |
60-70% | Insufficienza respiratoria, pressione del sangue bassa e coma |
oltre 70% | Coma, rapidamente fatale |
Da un punto di vista chimico, nella reazione di combustione, la formazione dell'ossido di carbonio avviene secondo il seguente criterio:
L'ossido di carbonio, trae origine da combustioni che avvengono in modo incompleto, ossia in difetto di ossigeno
esempio di reazione di combustione del gas metano completa teorica (stechiometrica)
CH4 + 2O2 è CO2 + 2H2O + CALORE
esempio di reazione di combustione del gas metano incompleta con formazione di ossido di carbonio
2CH4 + 3O2 è 2CO + 4H2O + CALORE
Le cause fondamentali riguardano principalmente due fattori:
apertura di ventilazione assente o sottodimensionata (il dimensionamento dell'apertura di ventilazione il cui scopo è quello di consentire l'afflusso del corretto quantitativo d'aria comburente, deve essere correttamente eseguito).
ostruzione sul sistema di scarico dei prodotti della combustione.
La mancata espulsione dei prodotti della combustione, sia per ostruzione che per errato dimensionamento del sistema di scarico, può causare difficoltà nell'afflusso dell'aria comburente. In particolare, è di fondamentale importanza soffermarsi sul sistema di evacuazione dei prodotti della combustione, sottolineando che in qualsiasi condizione (tranne che per brevissimi periodi di transitorio) non dovrà manifestarsi alcun fenomeno di ritorno fumi in ambiente (rigurgito); perché ciò non avvenga, come già puntualizzato, le caratteristiche del sistema (aperture di ventilazione, apparecchio, camino o canna fumaria ) dovranno essere tali da consentire, nel caso di tiraggio naturale la formazione di una adeguata depressione all'interno del canale da fumo e del camino/canna fumaria, nel caso di tiraggio forzato una adeguata depressione nel camino/canna fumaria.
Risulta quindi sostanziale operare con estremo rigore in tutti gli interventi nell'impianto termico anche quelli che apparentemente possono apparire ordinari; indipendentemente dalla natura dell'intervento, il controllo dell'idoneità delle aperture di ventilazione e del sistema di scarico dei prodotti della combustione, deve essere sempre eseguito.
Si deve inoltre essere consapevoli della responsabilità che viene correlata all'Installatore Termoidraulico dalla legge 5/3/1990 n.46 e dal DPR 6/12/1991 n.447. Anche la semplice sostituzione di un apparecchio a gas con un altro di caratteristiche identiche, comporta l'assunzione di responsabilità civili e penali circa la regolarità del sistema di ventilazione e di scarico dei fumi.
INCIDENTI DA GAS COMBUSTIBILE DELL'ANNO 2008 - COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO ITALIANO GAS – CIG
Milano, 10 giugno 2009
Il presente comunicato stampa del Comitato Italiano Gas - CIG è rilasciato in occasione della presentazione della "Statistica incidenti da gas combustibile 2008", nell'ambito del "Forum Italiano Sicurezza Gas 2009".
La Statistica incidenti da gas combustibile elaborata dal CIG sin dal 1988, ha assunto la veste giuridica attuale in forza delle disposizioni dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, di cui alle deliberazioni 236/00, 168/04 e 120/08, che hanno confermato il ruolo istituzionale del CIG per l'elaborazione di detta statistica.
ANDAMENTO DEGLI INCIDENTI NELL'ANNO 2008
La statistica incidenti da gas combustibile per l'anno 2008, fa registrare un lieve incremento nei valori assoluti rispetto all'anno precedente.
In particolare:
• Gli incidenti da gas combustibile relativi al gas distribuito per canalizzazioni hanno fatto registrare un incremento;
• gli incidenti da gas combustibile relativi a gas di petrolio liquefatto (GPL) distribuito in bombole hanno invece fatto registrare un leggero calo rispetto all'anno precedente;
• non sono stati registrati incidenti relativi al gas di petrolio liquefatto (GPL) distribuito in piccoli serbatoi;
• gli utenti (clienti finali civili) del gas naturale sono stati nell'anno 19.500.000 e quelli del GPL 7.700.000.
In totale 27.300.000 utenze domestiche sono risultate interessate all'utilizzo di gas combustibili per riscaldamento, per produzione di acqua calda sanitaria e per cottura di cibi.
I dati del 2008, nella distribuzione del gas canalizzato per usi civili, hanno fatto rilevare 175 incidenti, dei quali 16 mortali che hanno causato 19 decessi. Gli infortunati sono stati 374. Per il GPL distribuito in bombole, sono stati rilevati 142 incidenti, dei quali 19 mortali che hanno causato 24 decessi. Gli infortunati sono stati 145.
Gli "atti volontari", cioè le azioni "volontarie" di impiego dei gas combustibili per fini dannosi, con lo scopo di provocare deliberatamente danni a cose e/o a persone, distinti in incidenti dovuti a suicidi e tentati suicidi e incidenti dovuti ad atti dolosi, hanno avuto il seguente andamento:
INCIDENTI DOVUTI A SUICIDI O TENTATI SUICIDI
Relativamente al gas naturale distribuito per canalizzazioni si sono verificati 21 incidenti causati da suicidi o tentati suicidi, con 7 deceduti e 14 infortunati mentre per il gas in bombole sono stati rilevati 8 incidenti con 2 deceduti e 5 infortunati.
INCIDENTI DOVUTI AD ATTI DOLOSI
Relativamente al gas naturale distribuito per canalizzazioni ci sono stati 6 incidenti provocati da atti dolosi, mentre per il gas in bombole si sono registrati 6 incidenti provocati da atti dolosi.
INCIDENTI DA CORTO CIRCUITO ELETTRICO
Relativamente al gas canalizzato sono stati provocati da corto circuito 9 incidenti, con 2 infortunati e nessun deceduto. I 9 incidenti sono relativi ad impianti alimentati a gas naturale. Per il gas in bombole si è registrato 1 incidente, senza infortunati né deceduti.
IMPATTO DEL FATTORE CLIMATICO
L'impatto del fattore climatico, come in passato ha avuto i più rilevanti effetti nei mesi dell'anno più freddi. Riportiamo di seguito i dati riassuntivi che tengono conto di tale parametro.
GAS CANALIZZATO
Nei primi tre mesi del 2008 (gennaio/febbraio/marzo) si sono verificati 64 incidenti (il 36% degli incidenti dell'intero anno) di cui 4 mortali (il 25%), con 160 persone infortunate (il 42%) e 5 decedute (27%); negli ultimi due mesi (novembre/dicembre) si sono verificati 57 incidenti (il 33%), di cui 4 mortali (il 25%),129 infortunati (il 35%) e 5 deceduti (il 27%). Nei mesi da aprile ad ottobre si sono invece verificati 54 incidenti (il 31%)degli incidenti annuali) di cui 8 mortali (il50%), con 85 persone infortunate (il 23%) e 9 persone decedute (il48%).
GAS IN BOMBOLE
Nei primi tre mesi del 2008 (gennaio-febbraio-marzo), si sonoverificati 37 incidenti (il 26% degli incidenti annuali) di cui 7mortali (il 37%), con 42 persone infortunate (il 29%) e 9 deceduti(il 38%); mentre negli ultimi due mesi (novembre- dicembre), 40incidenti (il 28 %), di cui 4 mortali (il 21%), 46 infortunati (il32%) e 5 deceduti (il 21%).Nei mesi da aprile ad ottobre si sono verificati 65 incidenti (il46%) degli incidenti annuali di cui 8 mortali (il 42%), con 57persone infortunate (il 39%)e 10 persone decedute (il 41%).
CAUSE DEGLI INCIDENTI
Si riportano di seguito i dati riassuntivi riferiti alle causedegli incidenti:
GAS CANALIZZATO
La principale causa degli incidenti (39,4%) è stata attribuitaall'insufficiente ricambio d'aria inteso sia come insufficienteaerazione e/o ventilazione, sia come sistema di evacuazione deiprodotti della combustione non idoneo o mancante, questa è stataanche la causa principale dei decessi (47,4%).La carenza di manutenzione è stata la seconda causa di incidentiprovocandone il 17,7% e il 10,5% dei decessi.L'utilizzo improprio (non lecito) degli apparecchi a gas da partedel cliente finale (disattenzione, utilizzo irregolare, erratamanovra) ha causato il 10,9% degli incidenti.L'utilizzo di apparecchi/materiali difettosi e/o obsolescenti èstata la causa del 7,4% degli incidenti e del 5,3% dei decessi.Gli interventi esterni hanno causato il 6,9 % degli incidenti.Il 6,3% degli incidenti è stato provocato dall'installazione nonconforme.
Non è stato possibile accertare la causa per il 11,4% degliincidenti ed il 36,8% dei decessi.
GAS IN BOMBOLE
La principale causa degli incidenti (35,9%) è dovuta alla carenzadi manutenzione che ha causato il 12,5% dei decessi.La disattenzione insieme all'uso scorretto o errata manovra hacausato il 28,2% degli incidenti e il 16,7% dei deceduti.L'insufficiente ricambio d'aria ha causato il 6,3% degli incidentie il 8,3% dei deceduti.L'utilizzo di apparecchi/materiali difettosi e/o obsolescenti èstata la causa del 8,5% degli incidenti e del 4,2% dei deceduti.Lo 0,7% degli incidenti è stato provocato dall'installazione nonconforme con l'8,3% dei deceduti.Lo 0,7% degli incidenti è stato causato da interventi esterni.
Non è stato possibile accertare la causa per il 19,7% degli incidenti ed il 50% dei decessi.
ALCUNE RIFLESSIONI SULLE CAUSE DEGLI INCIDENTI
I fattori di accadimento più ricorrenti non presentano variazioni rispetto alle rilevazioni degli anni precedenti. Essi vengono confermati come:• inefficienza delle canne fumarie, dei camini e dei canali da fumo;• non idonea (o mancante) ventilazione dei locali d'installazione;
• stato di manutenzione carente degli apparecchi di utilizzazione con riferimento ai parametri specifici stabiliti dalle disposizioni legislative/normative vigenti;
• inidoneità dei locali di installazione degli apparecchi utilizzatori.
L'elemento che continua primeggiare con costante e preoccupante pericolosità è l'incidenza percentuale sul totale degli incidenti della parte di essi relativa alle intossicazioni da monossido di carbonio.
E' stata inoltre ribadita la concorrenza di più cause nel determinare tali incidenti, venendosi generalmente a sommare:
a. la violazione degli obblighi di manutenzione;
b. la violazione di prescrizioni di legge/normative relative alla corretta ubicazione degli apparecchi, in riferimento ai locali d'installazione;
c. la mancanza o la non idoneità, nei casi dovuti, delle aperture di ventilazione.
L'applicazione delle regole previste per i controlli sugli impianti, che siano mirati alla salvaguardia della sicurezza individuale e collettiva, potrebbero essere uno degli interventi determinanti ai fini della prevenzione.
Purtroppo ancora nessun concreto passo avanti è stato fatto nella logica di istituire controlli obbligatori di sicurezza sugli impianti,probabilmente l'unica arma che potrebbe consentire una drastica riduzione degli incidenti.
In tale contesto, pur essendo la deliberazione 40/04 dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas (AEEG), orientata in questa logica d'intervento, essa al momento continua a vigere solo per gli accertamenti documentali sugli impianti di nuova installazione, riservati al personale (accertatori) delle aziende di distribuzione e eventuali verifiche con sopralluogo sui medesimi, riservate all'ente di controllo individuato dalla legge (Legge 46/90, dal 27 marzo 2008 sostituita dal D.M. 37/08).
E' ovvio che gli aspetti potenzialmente più pregiudizievoli per la sicurezza debbano però essere ricercati negli impianti in esercizio da più lungo tempo, per i quali sarebbe necessario avviare una massiccia campagna di controlli sul campo.
PUNTI DI ATTENZIONE
Gli incidenti da gas si possono e si debbono evitare. E' obbligo di tutti prevenire il verificarsi di tali accadimenti. Ci sono regole per farlo ed esse vanno puntualmente rispettate:
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Martedì, 12 Febbraio 2013 11:28
Gestione Incidenti da Gas Combustibile
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Martedì, 12 Febbraio 2013 11:27
Obbligo di scarico a tetto
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Martedì, 12 Febbraio 2013 11:27
La marcatura CE sui camini metallici
Basta con le AUTOCERTIFICAZIONI - UN PASSO AVANTI PER LA SICUREZZA DEGLI UTENTI
Non è più possibile improvvisarsi produttori di camini o condotti metallici (cosa che è sempre stata resa possibile dalla leggerezza con cui si costruiscono le autocertificazioni), ma lo si può diventare solo producendo nel rispetto di precisi standards qualitativi che consentono di garantire sicurezza agli utilizzatori finali.
Il rivenditore, il progettista, l’installatore e l’utente finale, tramite la consultazione della marcatura CE apposta sul prodotto, avrà la possibilità di scartare prodotti ancora disponibili su un mercato frammentato e che ha lasciato molto spazio ad un’enorme scarsità tecnologica. Tramite la consultazione della marcatura CE, sarà possibile comprendere con estrema precisione ed attendibilità le caratteristiche del camino o condotto scelto ed utilizzarlo nel pieno rispetto del livello di sicurezza richiesto, garantendo realmente l’incolumità degli utenti finali in un mercato ancora così frammentato.
I tempi tecnici di attuazione, salvo eventuali ritardi, sono i seguenti:
MARCATURA CE E RISPONDENZA ALLE NORMATIVE
La direttiva CEE/89/106 Prodotti da costruzione - CPD prevede che possano essere immessi sul mercato esclusivamente prodotti da costruzione marcati CE nella rispondenza alle norme armonizzate. L’entrata in vigore della norma armonizzata EN 1856/1 (da applicarsi a partire dal 01/04/2004 ed entro il 01/04/2005) e della prossima EN 1856/2 ( da applicarsi a partire dal 01/05/2006 ed entro il 01/05/2007), prevede che tutti i camini metallici vengano dotati di una dichiarazione di conformità che specifichi i requisiti prestazionali secondo gli standards previsti dalla norma EN 1443. La rispondenza a tali standards è riscontrabile dalla marcatura CE sulle confezioni del prodotto, sulla dichiarazione di conformità, nella documentazione e dalla presenza di una targhetta identificativa da apporre sul camino installato.
REQUISITI PRESTAZIONALI E DESIGNAZIONE
La marcatura CE, apposta sulla documentazione del prodotto, attesta che vengono rispettati i requisiti di resistenza meccanica e stabilità, sicurezza in caso di incendio, igiene, salute e ambiente, sicurezza di utilizzazione, protezione contro il rumore, risparmio energetico ed isolamento termico. A tale proposito i requisiti prestazionali del prodotto sono specificati dalla designazione che riporta le seguenti informazioni:
T | Classe di temperatura: T80-T100-T120-T140-T160-T200-T250-T300-T400-T450-T600 |
N/P/H | Classe di pressione: N=Negativa; P=Positiva; H=Alta pressione, inoltre le connotazioni 1 e 2 identificano la perdita ammessa più restrittiva per la classe 1 |
D/W | Classe di resistenza alla condensa: D=per uso a secco; W=per uso a umido |
V |
Classe di resistenza alla corrosione: V1 - V2 - V3 - Vm V1 - Combustibili Gassosi V2 – Combustibili Liquidi V3 – Combustibili Solidi Vm - Classe di resistenza senza TEST, solo in funzione del tipo di materiale e dello spessore minimo |
LXX | Tipo di materiale utilizzato e spessore in centesimi di millimetro: utilizzando un acciaio inox aisi 316 con uno spessore di 0.5 mm la designazione sarà L50050 ovvero L50=INOX AISI 316, 050=spessore 0.4 mm |
G/O | Classe di resistenza all'incendio degli incombusti: G=Si; O=No |
XX | Distanza da materiali combustibili: in mm |
ESEMPIO DI DESIGNAZIONE ALLA EN 1856/1 E VALORI CORRISPONDENTI
A titolo di esempio, riportiamo la lettura della designazione apposta sulla confezione, sulla dichiarazione di conformità e sulla targhetta identificativa del sistema UNIPLUS DP per fumi a media temperatura (fino a 200°C):
Camini Metallici |
EN 1856-1 |
T200 | H1 | W | V2 | L50 | 040 | O | (50) | ||||||||||
Descrizione Prodotto | |||||||||||||||||||
Norma di Riferimento | |||||||||||||||||||
livello di temperatura = 200°C | |||||||||||||||||||
Livello di pressione = 5000 Pa (perdita ≤ 0.006 l/sm2) | |||||||||||||||||||
Resistenza alla condensa = (funzionamento a umido) | |||||||||||||||||||
Resistenza alla corrosione = (funzionamento con Gas e Gasolio) | |||||||||||||||||||
Specifiche della parete interna = (Acciaio inox AISI 316 L/Ti ) | |||||||||||||||||||
Spessore 40/100 mm ovvero 0.4 mm | |||||||||||||||||||
Resistenza al fuoco dall'interno = (non resistente all'incendio della fuliggine); | |||||||||||||||||||
Distanza da materiali combustibili = 10 mm |
INFORMAZIONI AGGIUNTIVE
Con i prodotti sono disponibili le seguenti istruzioni ed informazioni:
Istruzioni minime che devono essere disponibili con il prodotto | Ulteriori eventuali istruzioni |
Identificazione del costruttore | Direzione del flusso |
Designazione del prodotto e relativa illustrazione | Istruzioni di immagazzinamento |
Specifiche del materiale | Metodo di applicazione delle guarnizioni |
Resistenza all'azione del vento (altezza del camino, dimensioni e valori di resistenza) |
Istruzioni di montaggio degli elementi forniti non assemblati |
Resistenza a compressione (Altezza del camino, dimensioni e peso supportato) |
Distanza minima fra la parete esterna e la parete interna del cavedio |
Minima distanza da materiali combustibili | Posizionamento delle aperture di ispezione e pulizia |
Coefficienti di resistenza fluidodinamica dei componenti | Istallazione targa dati impianto sul camino o cavedio |
Resistenza Termica | Proprietà aerodinamiche dei terminali |
Resistenza a fessurazione (spostamento massimo carico e massimo in sospensione) |
Necessità di schermi di protezione da contatto umano |
Sostanze pericolose | Specifiche e limitazioni del cavedio |
Disegno di una installazione tipica | Specifiche di altri materiali |
Metodo di giunzione dei componenti | Metodi di pulizia e strumenti |
Metodo di installazione dei componenti | Raccomandazioni sul drenaggio della condensa |
Istruzioni per completamento targa dati impianto |
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Martedì, 12 Febbraio 2013 11:27
Galleria fotografica Comignoli
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Un particolare riguardo all'estetica
Esigenza estetica
Con la diffusione dei camini in acciaio inox, si è dovuta affrontare anche l'esigenza estetica delle abitazioni nelle quali le parti metalliche esterne sono realizzate con il rame, un metallo che da sempre è stato sinonimo di durata agli agenti atmosferici grazie alla sua proprietà di proteggersi dalla corrosione auto-ossiandosi. In questi casi, l'inox a vista, soprattutto se lucido, è molto poco integrato all'edificio, in alcuni casi addirittura deturpante.
Il problema del camino con parete esterna di rame
Per conservare uniformi le parti metalliche esterne degli edifici, vengono prodotti camini a doppia parete nei quali la parete esterna è realizzata con il rame. Tuttavia emerge un importante problema, causato dall'abbinamento di due metalli la cui sensibile differenza di potenziale, porta a favorire fenomeni di eccessiva auto-ossidazione (sgradevoli pergolamenti di colore giallo-verdastro) se non addirittura di corrosione, a causa dell'effetto elettrolita delle condense acide che impregnano nel tempo il coibente posto tra le due pareti del componente.
Nasce la soluzione
Per assecondare l'esigenza estetica del rame (fondamentalmente del colore rame), la GBD Camini ha studiato appositamente una finitura CRM (colore rame martellato) dell'acciaio inox sulla parete esterna che mediante speciali resine epossidiche, contenenti ossido di rame, e stabilite ad alta temperatura, garantiscono lo stesso identico effetto estetico del rame ossidato (grazie all'ossidazione delle microparticelle di metallo di rame contenuto) su una base completamente inox che quindi non ha conflitti con la corrosione generata dalle condense dei fumi. Si ottiene quindi un componente camino INOX/INOX, la cui parete esterna è trattata stabilmente con la tecnologia CRM.
L'applicazione sul mercato di questa grande soluzione, ha incontrato la totale approvazione sia degli studi di progettazione che di architettura.
Integrare impiantistica ed architettura
Il risultato finale è ottimale, si raggiunge un ineguagliabile compromesso tra estetica, architettura, economia ed esigenza impiantistica, totalmente affidabile nel tempo e senza le sgradevoli controindicazioni che spesso vengono causate da componenti con parete esterna di rame.
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